Yoga e gravidanza Cambiamento e trasformazione

La gravidanza mette in moto un grande processo di trasformazione, forse il più importante, nella vita e nel corpo di noi donne. È un periodo meraviglioso per imparare a orientare l’attenzione al nostro interno. Per aprirci alle illimitate risorse di energia che abbiamo a disposizione non appena facciamo spazio a respirazione e rilassamento.
Il nostro corpo vive un’incredibile metamorfosi andando incontro alla capacità innata di dare vita a una nuova vita.
L’arrivo di un figlio richiede tanti adattamenti: famiglia, lavoro, relazioni. Cambiano le abitudini: il benessere di nostro figlio diventa una priorità.
La pratica dello yoga ci può aiutare in tutto questo
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Yoga e gravidanza

Sappiamo che iniziare a praticare yoga è utile in qualsiasi momento della vita. Durante la gravidanza è fondamentale. Fondamentale per entrare ancora di più in relazione con questa straordinaria trasformazione, per risolvere piccoli e grandi disturbi e anche per prepararci ad affrontare il parto.
Il corpo femminile rappresenta il primo luogo in cui la vita prende forma: per questo il periodo di sviluppo intrauterino è cruciale per lo sviluppo del bambino. Insieme al parto e alle esperienze della prima infanzia, di questo periodo resta un imprinting e nelle cellule una risonanza. Tutto contribuirà a influenzare l’esistenza.
È in assoluto il passaggio più vitale per la nostra evoluzione. Durante la gravidanza siamo tutt’uno con nostro figlio. I ritmi fisiologici sono naturalmente sincronizzati. Prenderci cura del nostro corpo e del nostro respiro è un modo per prenderci cura anche della nuova vita, offrendo un ambiente migliore nel quale crescere. È davvero un atto d’amore per nostro figlio.

La pratica dello yoga porta la mente e la coscienza all’interno del corpo, risvegliando la consapevolezza del bambino che portiamo dentro. Rendendo più intima la relazione con noi stesse e più profondo il legame con nostro figlio. Dal primo attimo di vita...
La pratica dello yoga ci prende per mano e ci porta lentamente e naturalmente verso uno stile di vita migliore . Nasce il desiderio di occuparci di più e meglio della nostra salute e dell’alimentazione, nasce il desiderio di andare a passeggiare nella natura…

Gli esercizi fisici e respiratori aiutano a sentirci meglio fisicamente. Influenzano anche in maniera positiva emozioni e pensieri . Con lo yoga in gravidanza possiamo eliminare o abbassare la sensazione di stanchezza e stress. Lo yoga ha il potere di ristabilire l’equilibrio e rigenerare l’intero organismo.

Con il procedere della gravidanza l’utero diventa più pesante; potrebbero accentuarsi degli sbilanciamenti, diventando causa di disagio e affaticamento. Per questo gli esercizi di allungamento della colonna vertebrale e mobilitazione delle articolazioni risultano particolarmente importanti.
Quando le vertebre sono troppo compresse, anche lo spazio vitale all’interno dell’utero risulta più stretto. La pratica porta più mobilità lungo la colonna vertebrale e nelle articolazioni, favorisce la naturale apertura del bacino e offre più agio al bimbo che sta crescendo.
In generale la pratica crea lo spazio e il tempo necessario a integrare il processo di trasformazione che sta avvenendo nel nostro corpo ed è uno strumento di preparazione al parto.
Se ci esercitiamo regolarmente in breve tempo noteremo un miglioramento dello stato generale di salute e una maggiore vitalità.
Ascoltando il proprio mondo interiore, scopriamo come la capacità di partorire sia insita in ciascuna di noi.
Per questo l’attenzione a corpo e respiro può davvero favorire il naturale processo di apertura, permettendo di comprendere come trovare spazi di quiete tra una contrazione e l’altra.
Può davvero fare la differenza…

Respirazione e gravidanza La respirazione è il cuore della pratica

Nello yoga e soprattutto nello yoga in gravidanza pratichiamo le posizioni con lentezza.
Sincronizziamo il movimento al respiro per armonizzare mente, corpo e emozioni.
Respirare è il primo gesto che si compie nascendo. Respirare è naturale: tutto ciò che vive respira. Il respiro collega la vita dell’universo alle profondità dell’anima: esserne consapevoli ci ricollega alla vita. Il respiro entra e esce, sale e scende, ci riempie e ci svuota: ci nutre. C’è una grande differenza tra respirare per rimanere in vita e respirare la vita.

               Durante la gravidanza noi mamme respiriamo anche per il bimbino nell’utero.
Dunque la qualità del respiro assume un’importanza ancora maggiore.

È attraverso la respirazione consapevole che possiamo liberare tensioni e sciogliere le rigidità del corpo e della mente. Non si tratta di intraprendere difficili o inadeguate tecniche respiratorie: è importante favorire uno spazio interiore più ampio nel quale il respiro possa fluire più liberamente. Per allentare la stretta e per ristabilire la respirazione naturale gradualmente ma in modo efficace. Quando l’espirazione avviene nella completa accettazione della gravità, arrivano allungamento e distensione senza sforzo, incontrando stabilità nei piedi e nelle gambe ed espansione nella parte superiore del corpo. Con l’espirazione lasciamo andare, facciamo spazio per poi accogliere l’inspirazione. Possiamo immaginare l’inspirazione come a una linfa vitale che nutre tutte le parti del corpo.
Durante la gravidanza noi mamme respiriamo anche per il bimbino nell’utero. Dunque la qualità del respiro assume un’importanza ancora maggiore. Ma non solo... Proprio con gli esercizi respiratori possiamo prepararci al parto. Io ho due figlie e dalla mia esperienza personale posso affermare con sicurezza che la capacità di restare nel respiro è ciò che più aiuta nel parto. Ogni donna è diversa dall’altra e ogni parto è diverso dall’altro (anche dal nostro precedente). Ma una cosa è certa: non esistono tecniche precise adatte per tutte indistintamente. Esiste solo la capacità di stare nel proprio respiro. Il parto può diventare una profonda meditazione in accordo con le forze interiori, forze che ci possono guidare.
La maggior parte delle persone respira superficialmente utilizzando solo una parte dello spazio disponibile nei polmoni.
L’immagine è questa: in gravidanza il bambino dentro di noi rappresenta quasi un organo in più che dobbiamo nutrire, rifornire di ossigeno e depurare, eliminando scorie e anidride carbonica.
Ecco perché dobbiamo prenderci cura del respiro.
Attraverso l’ascolto potremo comprendere i meccanismi della respirazione. Diventando più intime con il nostro respiro, sentiremo il nostro corpo voler partecipare al ritmo del respiro. È un meccanismo naturale ma dobbiamo diventarne consapevoli.
Proprio con la respirazione consapevole il respiro fluisce più liberamente al nostro interno, diventa più profondo, regolare e spazioso. Ripristiniamo dunque la respirazione naturale.

Riusciremo a percepire maggiore leggerezza, vitalità e anche uno spirito più gioioso e ottimista. La mente diventa più vigile e presente. Capacità di ascolto e intuizione diventano attive, presenti.

Questo è un modo per coltivare una relazione importante, destinata a durare nel tempo: quella con nostro figlio.

Il parto

Tanti mesi di attesa, tanti pensieri e emozioni. Il corpo non è più quello di prima, guardiamo in giù e vediamo il pancione. Sentiamo dentro una vita che attende di venire alla luce.
È giunto il momento tanto atteso: il parto!

È il momento in cui incontriamo il senso del limite, la nostra energia e la meraviglia: un turbinio di sentimenti, paure e aspettative; un momento di grande intensità, una fase di passaggio... è vita.
Noi tutte sappiamo che sarà uno tra i ricordi più forti della nostra vita.
Ora si è in due. No, meglio, in tre. Mamma e bimbo in simbiosi, sono stati uno dentro l’altra. Ma anche papà vivrà questa potente trasformazione. E magari ci sono già un fratello, una sorella. Famiglie di ogni tipo. Il parto aggiunge e trasforma: nasce un bambino, che diventerà adulto, uomo o donna.
Nasciamo madri, padri, fratelli, nonni.



Nel travaglio e nel parto i sentimenti e le sensazioni fisiche entrano in gioco. Chi ha partorito lo sa: la mente dev’essere messa da parte.
Fin dalle prime contrazioni abbiamo bisogno di rilassarci per entrare in contatto con quel sapere antico, del tutto femminile, che ci potrà guidare. Per questo è vincente organizzarci: cuscini, musica, aromi, luci soffuse. Proprio come per un incontro d’amore.
L’ambiente famigliare è il luogo più adatto per trascorrere il travaglio. Nella quiete e nell’intimità il nostro organismo può produrre i maniera più efficace gli ormoni del parto: l’ossitocina, l’ormone che stimola le contrazioni uterine, e le endorfine, utili a allievare il dolore.

Respiro e gravità ora sono elementi essenziali. La pratica degli esercizi ci ha insegnato a connetterci con la Terra (che non a caso è Madre). Aver acquisito questa capacità ora può fare davvero la differenza.
Abbiamo bisogno di muoverci, respirare, emettere suoni e cantare. Abbiamo bisogno di essere libere di seguire il nostro istinto. Per sapere quale posizione assumere e per creare relazione con la gravità assecondando il ritmo. Tutto ciò aiuterà il flusso naturale delle contrazioni.

La capacità di stare nel proprio respiro può trasformare l’evento in una profonda e meravigliosa meditazione.
Il dolore c’è. Inevitabilmente. Ma può passare in secondo piano, come elemento di profonda sacralità all’evento straordinario che stiamo vivendo. Quando tutta l’attenzione è nel respiro, le endorfine agiscono in maniera più efficace e attivano sensazioni di gioia e benessere, riducendo il dolore. Le contrazioni sono come il respiro. Un’alternanza tra il salire sulla cresta dell’onda per poi scendere nelle profondità dell’oceano. Gli intervalli ci sono, ma sono brevi: dobbiamo saperne approfittare per trarne energia…

Il parto è un rito di passaggio.
Un magico appuntamento con la vita.

È arrivato!

Nasce e lo accogliamo.
Alla nascita mamma e bambino sono ancora una cosa sola.
Il ventre della mamma è il luogo più adatto sul quale deporre il bimbo appena nato. Convesso prima e concavo dopo, come una culla…
Subito dopo il parto è naturale portare il neonato tra le braccia della mamma, pelle a pelle. Mantenendo anche intatto il cordone ombelicale, se la situazione e le condizioni di salute lo consentono.
Questo è un contatto straordinario, realmente fuori dall’ordinario: un tempo nel quale il bambino può aprire gli occhi, guardare e riconoscere i genitori, ascoltare voci e suoni, cercare da solo il seno materno.
Conoscere il mondo per la prima volta. Per poi potersi riposare in serenità.

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