SQYoga Postura, respiro e gravità

Lungo la colonna vertebrale esiste un punto dal quale può nascere un movimento: un movimento che va simultaneamente in due direzioni opposte. Perché questa rivoluzione avvenga, i muscoli devono attivarsi non sotto sforzo o tensione, ma utilizzando gravità e respiro.

È un processo naturale, che gli alberi esprimono nel più modo immediato: le radici si spingono con forza nel terreno, mentre il tronco cresce verticalmente verso il cielo, espandendo e allungando i rami nello spazio. Più a fondo si spingono le radici nel terreno, più alto e forte crescerà l’albero. Non c’è albero senza radice…


In ogni posizione suggerisco respirazione, consapevolezza e movimenti per attivare la base della colonna vertebrale. Dal punto dietro l’ombelico, l’espirazione stimola un movimento della spina contemporaneamente nelle due direzioni opposte: dalla vita in giù verso le gambe e i piedi attirati dalla forza di gravità, dalla vita in su fino alla cima della testa, sollevandoci con leggerezza.
Questo onda porta più stabilità nel corpo dal bacino in giù e più leggerezza nelle parti superiori.

Dunque una pratica in relazione con la Terra. La Terra è centrale per la salute degli esseri umani: se non abbiamo un centro, non abbiamo un punto in cui equilibrare e ordinare la nostra vita. La zona lombare è quella che soffre maggiormente una postura scorretta. Proprio in questa zona si accumulano fatica e compressione; per questo necessita di cura e attenzione specifiche. Le vertebre tendono a stringere i nervi. È necessario ritrovare lo spazio tra le vertebre per consentire ai nervi di rilassarsi.
Tutte le posizioni sono un pretesto per portare più mobilità nella zona lombare, srotolare la cosiddetta ‘coda’, affondare lunghe radici nella terra e da lì crescere ed espanderci.

L’obiettivo è allentare la tensione lungo tutta la colonna vertebrale, per stare meglio.
È un approccio estremamente delicato e gentile con il corpo. Non implica mai forzature o dolore, quindi è assolutamente sicuro, privo di effetti collaterali. Si tratta di una pratica concretamente utile a mettere più spazio tra le vertebre e anche tra un respiro e l’altro, tra un pensiero e l’altro.
L’attenzione è un requisito indispensabile. In un movimento sono presenti grazia ed eleganza, proprio lì quando la mente si riunisce al corpo e al respiro. Al contrario, se durante un esercizio la mente rimbalza da un pensiero all’altro, il movimento diventa meccanico, senza contenuti e bellezza, ripetitivo. L’efficienza di una mente vigile è un bene inestimabile. I più semplici e banali gesti del quotidiano possono acquisire profondità e bellezza se riusciamo a nutrirli con un’attenta presenza mentale.
Quando sono praticate con lentezza e sono sincronizzate con il respiro, le posizioni stimolano le funzioni di quel ramo del sistema nervoso adibito alle funzioni involontarie e di rilassamento profondo. Così induciamo uno stato di maggiore equilibrio e stabilità.
Se in equilibrio, il corpo funziona in armonia con la forza vitale, lo scheletro lo sostiene e i muscoli possono svolgere la loro funzione senza fatica. Se la postura è sbilanciata, i muscoli devono intervenire per conservare l’equilibrio. I muscoli si contraggono e si irrigidiscono, generando inutili tensioni.
L’attività bilanciata delle due branche del sistema nervoso autonomo migliora biologia e fisiologia, ma anche comportamento e psicologia.
Cambia il modo di stare in piedi e cambia il modo di stare seduti. Gambe e piedi si fanno più saldi, il petto si espande e le spalle sono aperte e rilassate. La testa si muove più leggera sul collo e le articolazioni sono più sciolte. Il respiro fluisce più liberamente. La mente è più limpida.
Ci sentiamo più forti e siamo in grado di sostenere meglio periodi della vita che richiedono impegno maggiore e concentrazione.

Nella sua vera essenza ritengo lo yoga lo strumento ideale per insegnarci a ritrovare equilibrio e pace con noi e con gli altri.
La vera rivoluzione interiore e anche sociale è ammorbidire il corpo e insieme ridiventare gentili, imparando a collaborare e a non competere. Perché oggi più che mai è diventato vitale riportare sorriso e pensiero, lucidità e coraggio.
E non rabbia e paura.

La mia lezione La durata delle mie lezioni è di 90 minuti

È una durata sperimentata nel tempo, indispensabile per riuscire a percepire i benefici della pratica yoga.
Il corpo ha bisogno di tempo per ammorbidirsi, avvertire l’azione della gravità e cogliere il movimento che attraversa la spina a ogni respirazione.
Inizialmente il respiro è superficiale. Poi lentamente si fa più lungo, lento e profondo. Cambia la qualità del respiro e dell’ascolto.
La durata necessaria tra l’apertura iniziale e il raccoglimento finale, con al centro il lavoro pratico. Alla fine della lezione avvertiamo una sensazione di maggiore leggerezza e vitalità rispetto alla compressione iniziale.
Spalle e collo risultano rilassati. Dolori a schiena e articolazioni migliorano già dai primi incontri.
La lezione inizia distesi a terra con esercizi di ascolto per permetterci di lasciare andare pensieri e problemi del quotidiano. Esercizi che consentono di riunire mente, corpo e respiro.
Un passaggio preliminare necessario a rallentare il ritmo e a favorire un naturale processo di apertura. Mantenendo la posizione a terra, ci prepariamo per gli esercizi di distensione della spina e di mobilizzazione di bacino e articolazioni.
Ha inizio dunque la pratica vera e propria, le posizioni yoga: in piedi, seduti, supini, piegamenti in avanti, indietro, di lato. Ogni settimana gli esercizi cambiano… Il cuore della pratica è la respirazione. Movimenti sincronizzati con il respiro: è il ritmo del respiro che conduce l’esercizio. Con l’espirazione scendiamo, ci colleghiamo alla terra per poi allungarci nelle diverse direzioni. Tutto senza sforzo. Un po’ come un albero che prima allunga le sue radici nel terreno e poi cresce verso il cielo fino a espandersi.
La pratica costante sviluppa una condizione di stabilità, elasticità, calma e serenità interiore.

Concludiamo la lezione con il rilassamento, a terra o seduti: ci aiutiamo a sedimentare la pratica e a percepire il cambiamento, la trasformazione.

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